Detrazioni fiscali 65% o 50%: quando ristrutturare?
Riqualificazioni energetiche e ristrutturazioni edilizie possono essere detratte grazie ad alcuni provvedimenti dello Stato: vediamo come
ATTENZIONE
Con la legge di stabilità 2017 sono state prorogate fino al 31 dicembre 2019 sia la detrazioni fiscali del 65% per gli interventi di efficientamento energetico e di adeguamento antisismico degli edifici, sia quelle del 50% per le ristrutturazioni edilizie. Si tratta di un riconoscimento del ruolo svolto dagli incentivi fiscali durante il 2016 e , proprio per questa ragione, oltre alla proroga di 3 anni, si è di inserire nel pacchetto per il prossimo anno il cosiddetto Sismabonus. A causa del ripetersi delle scosse sismiche che colpiscono il territorio italiano, infatti, il governo ha deciso di introdurre incentivi per la messa a norma antisismica degli edifici. Vediamo nel dettaglio queste misure.
Un investimento nell’ammodernamento della propria casa può rappresentare un piacere e talvolta anche una necessità, ma costituisce senza dubbio un costo. Poiché, però, i vantaggi di interventi di riqualificazione sono positivi non solo per il singolo ma anche per la società (basti pensare ai benefici ambientali derivanti dalla diminuzione dei consumi energetici) lo Stato, già da alcuni anni, ha varato degli appositi strumenti che permettono di ammortizzare in parte le spese effettuate. Il modello che si è affermato è quello delle detrazioni fiscali, la più elevata delle quali (65%) spetta alle Iniziative riqualificazione e valorizzazione energetica del patrimonio edilizio esistente.
Dietro questa definizione si nascondono, fondamentalmente quattro possibili interventi: riqualificazione energetica vera e propria degli edifici esistenti (sino a un massimo di 100.000 euro di spese detraibili), lavori sull’involucro (massimo 60.000 euro), installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda sanitaria (massimo 60.000 euro), sostituzione degli impianti di climatizzazione invernali con nuovi modelli a condensazione, impianti geotermici. etc. (massimo 30.000 euro).
Secondo le ultime comunicazioni, le detrazioni fiscali non solo saranno prorogate , ma verranno anche ampliate: il piano del governo è prorogare i bonus al 65% sino al 2021. Si tratta di una misura pensata appositamente per favorire la ripresa del settore edilizio, la ristrutturazione degli edifici e l’adozione di stardard più alti per il risparmio energetico. Se questo incentivo è, senza dubbio, allettante, seppur ripartito in dieci anni, ottenerlo richiede l’adempimento di una mole non indifferente di aspetti burocratici.
Per ottenere le detrazioni fiscali il soggetto richiedente (persona fisica, ente non titolare di reddito d’impresa o soggetto titolare di reddito d’impresa che partecipa alle spese) deve innanzitutto acquisire l’asseverazione di un tecnico abilitato che attesti la rispondenza tra intervento e requisiti richiesti per accedere alle detrazioni. Occorre poi conservare traccia dei pagamenti relativi alle spese sostenute (nel caso di privati i pagamenti devono essere fatti con bonifici bancari o postali indicando la causale).
Per la riqualificazione di edifici esistenti è anche necessario acquisire la certificazione energetica dell’immobile. Inoltre, bisogna trasmettere all’Enea, entro 90 giorni dal termine dei lavori e con modalità telematiche, la scheda informativa degli interventi realizzati e copia dell’attestato di qualificazione energetica. Infine occorre inviare, ma solo se la durata dell’intervento si estende su più periodi di imposta, una comunicazione all’Agenzia delle Entrate tramite un apposito modulo.
Dalle detrazioni fiscali del 65% va distinta quella del 50%, spettante per le ristrutturazioni edilizie per le spese sostenute e prorogata fino al 31 dicembre 2017. Per ottenere i benefici la procedura è più semplice rispetto al 65%: è necessario soltanto conservare la relativa documentazione; i pagamenti devono essere effettuati tramite bonifici bancari o postali ed essere tracciabili. Il bonus viene poi conferito al contribuente in 10 rate annuali di pari importo.
Oltre alle spese necessarie per l’esecuzione dei lavori, ai fini delle detrazioni fiscali è possibile considerare anche quelle per la progettazione e le altre prestazioni professionali connesse, nonché quelle per la messa in regola degli edifici, l’acquisto dei materiali, il compenso corrisposto per la relazione di conformità dei lavori alle leggi vigenti, le spese per l’effettuazione di perizie e sopralluoghi, l’imposta sul valore aggiunto, l’imposta di bollo e i diritti pagati per le concessioni, le autorizzazioni e le denunzie di inizio lavori, gli oneri di urbanizzazione e una serie di altri costi.
Che cos’è il Sismabonus
Il Sismabonus 2017 è un incentivo introdotto con la Legge di Stabilità 2017 e che rientra tra le nuove detrazioni fiscali pensate per l’anno prossimo con l’obiettivo di favorire le ristrutturazioni edilizie adottando criteri antisismici. Il beneficio prevede due diverse percentuali di detrazione, che vengono calcolate in base alla tipologia di immobile oggetto della ristrutturazione e alla riduzione della classe di rischio.
Quindi l’incentivo riguarda indifferentemente sia le prime che le seconde case, i condomini e l’attività produttive che sorgono nelle zone 1, 2 o 3 dove il rischio terremoti è medio oppure alto. Gli interventi di riduzione di rischio sulle attività produttive e sulle abitazioni usufruiscono, se la riduzione è di una classe di rischio, di una detrazione del 70%; se le classi sono due, la percentuale sale al 75%. Nel caso dei condomini, se la riduzione di rischio è di una classe, la detrazione ammonta al 75%; se è di due classi all’85%.
Chi ha diritto al Sismabonus?
Il Sismabonus spetta:
- attività produttive;
- Sisma bonus 2017 prima e seconda casa;
- enti locali (adozione di criteri antisismici e messa in sicurezza degli edifici a uso pubblico, in particolare quelli dotati di un valore strategico);
- Bonus Condomìni 2017 sismabonus.
Si tratta quindi di un intervento pensato per tutto il territorio italiano, non solo per le aree sismiche di categoria 1 e 2 già interessate dall’incentivo di adeguamento antisismico (3 mila Comuni italiani).
Aspetto molto importante, introdotto dal decreto Destinazione Italia dello scorso anno, è il cosiddetto bonus arredi: quegli stessi contribuenti che fruiscono della detrazione per interventi di recupero del patrimonio edilizio possono richiedere un’ulteriore riduzione d imposta per l’acquisto di mobili, nonché per l’acquisto di grandi elettrodomestici di classe energetica non inferiore alla A+ (anche A per i forni), per le apparecchiature per le quali sia prevista l’etichetta energetica, finalizzati all’arredo di immobili oggetto di ristrutturazione. Nell’importo delle spese sostenute per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici possono essere considerati anche i costi di trasporto e di montaggio dei beni acquistati, purché siano stati effettuati con le modalità di pagamento richieste per fruire della detrazione (bonifico, carte di credito o di debito).
Il contribuente che esegue lavori di ristrutturazione su più unità immobiliari avrà diritto alle detrazioni fiscali più volte. L’importo massimo di 10.000 euro va infatti, riferito a ciascuna unità abitativa oggetto di ristrutturazione. Quindi è possibile che le spese per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici siano state sopportate prima di quelle per la ristrutturazione dell’immobile, a condizione che siano stati già avviati i lavori. Non è invece richiesta resistenza di un collegamento diretto fra i mobili e l’ambiente ristrutturato; il collegamento, piuttosto, deve esserci con l’immobile oggetto di ristrutturazione nel suo complesso.
65%
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50%
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Bonus mobili
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A chi spetta la detrazione
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In quali tempi
| Per le spese sostenute sino al 31/12/2019 | Per le spese sostenute sino al 31/12/2017 | Per le spese sostenute sino al 31/12/2017 |
Cosa va in detrazione
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Quali sono le condizioni per accedervi
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NOTA BENE
Federlegno ha stipulato un accordo con tutti i CAF per la compilazione delle richieste di incentivo fiscale relativo al Bonus Mobili