Piscine: dentro o fuori terra?

Piscine, dentro o fuori terra? Questo il dilemma – non proprio amletico, ma quasi – che può assalire chi decide di contrastare i soprassalti di caldo estivo, collocando una piscina più o meno grande nel giardino, nel cortile o sull’ampia terrazza della casa in campagna, al mare o in montagna. Per condividere momenti di relax e di allegria con la famiglia e gli amici, rimettersi in forma con qualche bracciata o anche solo permettere ai propri figli di giocare nell’acqua. In Italia e in alcuni Paesi esteri, le piscine fuori terra offrono indubbi vantaggi in quanto installazioni precarie, non richiedono opere edili (al massimo, un basamento), né permessi di costruzione, salvo in luoghi gravati da vincoli paesaggistici.

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Facili e rapide da montare (ma anche traslocare o togliere del tutto), le strutture delle piscine fuori terra rappresentano il primo avvicinamento soft al progetto di un’eventuale soluzione interrata. Approccio ideale da un punto di vista sia economico (per i costi ridotti) sia di location (bastano anche spazi molto ridotti). In tal modo, chi ha famiglia con bambini piccoli ha l’opportunità di verificare – nel giro di uno o due anni – se confermare o meno questa decisione.

Pochi problemi anche a fine stagione: le piscine fuori terra più piccole si smontano, le più grandi si svuotano (tubi compresi per il pericolo di gelate) e si puliscono, mettendo a riposo invernale pompe e filtri, per coprirle, infine, con gli appositi teloni”.

Spazi anche ristretti ma appropriati

Certo, prima di procedere, servono alcune verifiche, a cominciare da un’attenta perizia geologica del terreno, al fine di controllarne la tenuta, per poi prepararlo, eliminando il più possibile avvallamenti, pietre e residui. Piantina alla mano, è bene valutare il reale spazio a disposizione non solo per la piscina fuori terra, ma anche per l’arredamento circostante. Attenzione ad alberi e abitazioni limitrofe che possono fare ombra allo specchio d’acqua, raffreddandolo per troppe ore. Meglio accertarsi, inoltre, che nelle vicinanze non passino cavi elettrici e l’impianto elettrico sia ben isolato. Ancora: sarebbe opportuno situare la piscina nei pressi della propria casa per scaldarla più agevolmente e con spese ridotte sfruttando la caldaia, senza necessariamente acquistare un impianto dedicato. In alternativa, si può optare per i pannelli solari – efficaci, a bassissimo impatto ecologico, ma economicamente impegnativi -, le pompe riscaldanti, spesso già incluse tra gli accessori delle piscine fuori terra, o i riscaldatori elettrici. Installabili con estrema facilità, a causa dei consumi elevati, sono, però indicati per impianti di piccole dimensioni e con una portata massima di circa 20 metri cubi di acqua.

Seppur non adatte agli sportivi, che amano nuotare ed allenarsi, le piccole piscine prefabbricate permettono piacevoli momenti di relax. Le strutture possono essere coperte o mascherate con piante oppure muretti per meglio inserirle nel contesto.

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A ciascuno il suo modello

Una volta concluse queste valutazioni, si può procedere alla scelta del prodotto più adatto alle proprie esigenze. Una scelta resa più agevole dall’ampia gamma di prodotti a disposizione sul mercato. Diversi nella forma: la maggior parte delle moderne piscine fuori terra è rotonda o esagonale/ottagonale (le più adatte a famiglie con bambini). Grazie ai materiali evoluti, sono sempre più frequenti anche quelle rettangolari, ovali e a “otto’’ (indicate per chi voglia dilettarsi con qualche bracciata).

Diversi i materiali utilizzati. Si possono preferire piscine fuori terra a struttura “morbida”, con pareti e fondo vasca multistrato, una combinazione di pvc e poliestere assemblati e sostenuti da una struttura in metallo. Resistenti agli agenti atmosferici, alle corrosioni, ai prodotti chimici per la disinfezione e la sanificazione, agli urti e agli spostamenti d’acqua, si prestano all’uso continuo senza subire alterazioni. I teli delle piscine fuori terra sono sostenuti lateralmente con appoggi di ferro o leghe leggere, trattati per durare a lungo. Oppure si può puntare sui modelli che racchiudono la tensostruttura di pvc in vasche dalla struttura “rigida”, realizzata con pannelli di legno o di acciaio. Il primo, materiale nobile per eccellenza e rispettoso degli equilibri ambientali, il secondo più appariscente e tecnologico, viene rivestito da strati resinosi per preservarne l’impermeabilità e proteggerlo da corrosioni e usure.

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“In genere, le piscine fuori terra ‘morbide’ sono le più accessibili, sia per dimensioni sia per maneggevolezza: il diametro varia da un minimo di 2,50 a un massimo di 4 metri e si montano facilmente con un kit ‘fai-da-te’ in poche ore”, continua Ivano Pelosin. “In vendita nella grande distribuzione, hanno costi molto contenuti, a partire da 300-400 euro. Al contrario, le piscine a struttura ‘rigida’ possono avere dimensioni variabili (le più comuni: 6×3 m, 4×8 e 5×10) e arrivare fino a 25 m. Per essere montate ci vogliono un paio di giorni e un kit ‘fai-da-te’ evoluto o, più spesso, il supporto di personale competente. Da comprare presso i rivenditori specializzati, hanno un range di prezzi molto ampio: da 1.500-2.000 a 12.000-14.000 euro. In compenso assicurano una notevole durata nel tempo, anche di 15-20 anni”.

Ma identificare un prodotto con un buon rapporto qualità-prezzo, non è l’unica cosa che conta. “Al momento dell’acquisto, bisogna assicurarsi che la piscina sia dotata di un buon impianto di filtrazione (volendo, si può comprare anche a parte) per garantire un’ottima salubrità dell’acqua dedicando particolari attenzioni al trattamento dell’acqua, cioè controllando regolarmente pH e livello del cloro”.